martedì 6 maggio 2014

#Chegatti al Mercatino giapponese del Black Out a Roma: vi aspetto!

Da qualche giorno sto leggendo La storia infinita di Michael Ende. Sono arrivata al punto in cui, se ho capito bene, finisce il film che ne hanno tratto nel 1984.
Ricordo di averlo visto, ai tempi, ma in maniera molto vaga.
Cominciavo già a trasformarmi in un'adolescente e a quell'età, di solito, si diventa (fintamente) scettici verso le favole.

Capita di riscoprire il bambino che è in noi solo dopo che si è diventati genitori. O tutt'al più coinquilini di quattrozampe.
Senza neanche rendersene conto, infatti, chi si accosta alle piccole creature che a un certo punto entrano nelle nostre vite, finisce per passare molto tempo a osservarle.
La contemplazione è un'attività molto amata dai bambini, se ci pensate, ma più ci facciamo sommergere dagli impegni, meno la esercitiamo, diventando grandi.

L'ho scritto nel mio libro, del resto: soffermarsi su naso, zampe, sfumature della pelliccia e sugli occhi dei nostri mici (ma anche cani, canarini, tartarughe etc etc) esercita su noi umani un grande fascino ed è anche un ottimo anti-stress.
Certe volte ce ne scordiamo, pur amandoli tantissimo, ma la verità, in fondo semplice, di una constatazione del genere torna a imporsi con forza ogni volta che affrontiamo un periodo più duro.

Quante volte, voglio dire, dopo la più orrida e pesante delle giornate, vi sarà capitato di ritrovarvi seduti per terra a tirare la pallina al vostro animale, sentendovene immediatamente e naturalmente ristorati?
A me capita spesso, ultimamente. E mi succede anche un'altra cosa: li stringo con più forza a me, li accarezzo con attenzione, appoggiando la testa sui loro corpicini per sentirne il calore e le eventuali fusa.

Li sfrutto un po', forse, ma cercando di non farmene troppo accorgere.
Poi guardo Bice la grigia e capisco che anche lei fa lo stesso con noi, quando ci costringe a sederci e a tenerla in grembo per il massaggio quotidiano, e mi viene da ridere.

Prendete la foto che le ha scattato il Bipede Paolo che pubblico qui sotto:



Non sembra anche a voi che vi dica: "embè che vuoi?".
A mio modestissimo avviso, nello sguardo di questa micina indomabile c'è tutta l'essenza del felino. Di più: c'è la sua "bicità", che è qualcosa di ancora più specifico.

Tutti i gatti (e i cani, i canarini, le tartarughe etc etc) posseggono una loro unica personalità, quindi tranquilli: anche voi starete accumulando scatti e momenti topici in cui avrete riconosciuto la "fidità" del vostro Fido e la "fufità" del vostro Fufi.

L'unica differenza tra voi (almeno: alcuni di voi) e me è che io l'ho messo nero su bianco, con foto e parole, e, sì, sono orgogliosa di averlo fatto, perché più passa il tempo, più capisco quanto sia stato importante fissare l'inizio della indimenticabile amicizia tra noi poveri Bipedi e i nostri preziosi quattrozampe.

Anche Nino ha la sua "ninità", ovviamente, ma per scoprirla conviene che sfogliate il mio libro.
Sarò lietissima di mostrarlo, per dire, a chi verrà a visitare il Mercatino giapponese del Black Out a Roma, in via Casilina 713, domenica 11 maggio, a partire dalle 10.
Abbiate pazienza se doveste trovarmi stanca e se, soprattutto le prime ore, avrò pure io una faccia da "embè che vuoi?".

Se però mi parlerete dei vostri mici e mi mostrerete le loro foto, di sicuro mi aiuterete a sentirmi meglio.
Ci state?
Vi aspetto!

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