martedì 16 dicembre 2014

#Intanto ritorna per la quinta volta... E la creatività si riaccende!

Fino all'ultimo giorno, più o meno, non sono stata sicura di partecipare per il quarto anno consecutivo a #Intanto, la collettiva di artisti, veri e presunti (come sicuramente sono io) che ormai da un quinquennio anima l'ex mercato coperto di Fermo.

Che lo faccia materialmente e spiritualmente è certo di sicuro per i moltissimo aficionados. Che se ne accorga la maggioranza dei residenti nel bel borgo addormentato è un altro conto, ma di ciò non preoccupiamocene più di tanto.

Invitandovi ad andarla a visitare, ricordo solo ai neofiti che l'esposizione collettiva resterà aperta fino al prossimo 6 gennaio, con orari differenti pre e post Natale, come al solito, ossia di mattina e pomeriggio prima dell'arrivo di Santa Claus e soltanto di pomeriggio (dalle 16 alle 20) dal 25 alla chiusura

L'edizione di quest'anno è dedicata al compianto Salvatore Fornarola, un artista che ahimè non ho fatto in tempo a conoscere a fondo, cui è dedicato un spazio ad hoc giusto all'ingresso dell'esposizione (non potete non notarlo: ci sbattete proprio davanti).

In generale, tutti i partecipanti hanno dato il meglio di se stessi, ciascuno secondo le proprie abilità. Molte in molti casi, devo dire.

Le foto che vedete sotto sono pochine, ma ci tenevo comunque a pubblicarle perché non so se riuscirò a scattarne altre di qui alla chiusura della manifestazione.

Ringrazio di nuovo gli organizzatori per l'opportunità che danno anche a creature come me dotate di limitate doti artistiche di cimentarsi con la grande e umana voglia di mettersi in gioco.
Ringrazio inoltre gli altri partecipanti che negli anni ho avuto l'onore di conoscere.
Sappiate che rivedervi ogni anno fa davvero bene all'anima.

Come ho scritto nel fogliaccio appiccicato su una delle scatole che ho riciclato dall'anno scorso (una di quelle che abbiamo attaccato Maria Loreta Pagnani ed io... facendo poi impazzire Patrizia, Bibi e pure qualcun altro per il fatto che si staccavano ogni due per tre. Stavolta ho usato un sistema più sicuro. Almeno spero!!!), i tempi sono grami, ma Intanto è uno dei pochi luoghi in cui è possibile lasciarsi almeno qualche dolore alle spalle.

Perciò, amici, ad maiora davvero.
E non mancate di fare un salto al mercato coperto, naturalmente ben bardati contro il gelo!



La mia "Città ideale", edizione rewind

Alcune lampade di  Gianfilippo Calcinaro

L'allestimento di Silvano Mazzarantani, alias Novecento, anche sotto


I foglietti Zen senza titolo di Rossano Cipolletti e sotto gli stessi con un'altra sua opera
nello spazio dell'Associazione "Il Bianco", tra i promotori della collettiva Intanto


Il quadro destinato alla figlia Cecilia della mia amica Lucia Brandoni,
più in basso immortalata sorridente come al solito

Gli acrilici del grande Teo Tini, bibliotecario dal volto segreto

Le incisioni dell'Associazione "La Luna" di Fermo, guidata dal maestro Sandro Pazzi

Lo stand dedicato al grande Salvatore Fornarola

Lucia Brandoni, ginnica pittrice

Maria Screpanti, a destra, talentuosa artista della cucina e non solo;
e la sottoscritta, a sinistra, svagata (citazione dal mega-acquarellista Raffaele Ciccaleni
che però non ho colpevolmente ri-fotografato) pennivendola



BUONE FESTE A TUTTI!!!


giovedì 11 dicembre 2014

Che gatti, un bel regalo per Natale! What Cats: a beautiful gift for Christmas!




So bene di essere la negazione del marketing - I know that I'm not able to sell anything;

ma, con il Natale alle porte, un piccolo appello va fatto. - but, becoming Christmas, it's just necessary to try.

Voi che amate i gatti, le piccole storie e la fotografia - you, who love cats, little stories and photography,

date un'occhiata al mio libro - take a look to my book

e pensate se non possa essere il giusto regalo per qualcuno che la pensa come voi -
and think if it couldn't be the right gift for someone who thinks as you do;

o, meglio ancora, se non possa essere l'idea migliore per far scoprire ai vostri amici più cari un mondo nuovo - or, better more, if it is not the best idea to let your best friends discover a new world;

fatto di zampe, musi e baffi - made of paws, muzzles and whiskers;

pronti a dare loro allegria e leggerezza - ready to give them happiness and lightness.

Vi ho convinto? - Have I persuaded you?

Allora non vi resta che cliccare su Che gattiSo, you just need to tap on What Cats.


And Merry Christmas to you all!


^ ^  ^^ 



lunedì 10 novembre 2014

An ebook dedicated to cat-addicted people... like you and me!




I don't know if my What Cats is becoming a best seller on the online market (how I exaggerate!), but the most important thing is to have realized the finished product.


Look at the pictures above: they are three screen shots of my book.
I received them from the Conversa's graphic designer, a young (I suppose) lady who helped me to transform my Italian printed book in an English electronic one.

I'm really proud of this, friends.
I'm absolutely persuaded that it could be loved by other cat-addicted people like me.

Why am I so sure?
Because I made it with much care, as it's necessary to do.

Moreover, people who are fond of cats are generally very demanding, exactly as cats are!
They would prefer that you talk about their pets, for example, but they could appreciate yours if they are similar to theirs, in some aspects.

My story is, of course, only mine, as every story is.
But it's also universal, because it tells about the birth of a friendship; that is what there is between a man and his pet.
I've chosen to narrate this story through pictures and words, because I believe in the absolute beauty of cats.
Think of the hundred of authors who have spoken of their pets (dogs, too, of course). I bet that the reason behind this huge number is the same as mine.

All of us want to celebrate this special bond between human beings and animals, perhaps hoping to teach others to love pets in the same way.

Because if you love a pet, your life is better

Trust in me, friends, and start to smile at the poor vagabond felines you meet across your street... and buy my book, please! ;-)

giovedì 23 ottobre 2014

What Cats, an ebook dedicated to anyone who love cats. Even when they don't love us!



Charles Baudelaire said that God has created cats to give us the opportunity to caress a lion (or a tiger, maybe, but it's definitely the same).
I agree with him: whoever loves a cat, knows how hard it is to be equally beloved by him or her (I refuse to give to my cats the neutral gender...).

We who love cats, need them, not only the ones who live with us, but also those we meet by chance, just around the corner from our street.

And I've understood another thing: the more I know my cats, the more I'd like to know yours.
That's the deepest reason which pushed me to create my book entitled, What Cats.
Some of you, maybe, know the Italian printed version of it, consisting of pictures and words taken and written by myself. The English one is a bit different, because I've enriched it with some funny (I hope so!) video clips and photo galleries.

If you want to discover more details about my book, write to me, please... Or, if you are already sure you could like it, click here: Ultima books or Amazon.

In any case, the most important thing for me is that you enjoy your experience, watching and reading my story.
Which is exclusively mine, I know, but it's so similar to the other stories telling about this so fascinating kind of friendship.
I'm talking about the friendship between us, limited human beings, and them, adorable short-sized feline kings and queens, with or without pedigree.

Thank you all. 

mercoledì 14 maggio 2014

Che gatti al #Mercatinogiapponese del Black Out: bellissima esperienza!

Avrei voluto scrivere prontamente una cronaca ancora più dettagliata sulla mia presenza al Mercatino giapponese del Black Out di Roma, ma chi mi conosce personalmente sa che in questo momento ho altre priorità.
In tutti i modi, è stata una bellissima esperienza.

Ho conosciuto, anche se solo marginalmente certo, il mondo degli appassionati del Giappone, dei Manga e dei Cosplay. E dei gatti da cartoon.
Non potete immaginare, voi che come me non sapete nulla o quasi di questo mondo (i manga addicted ovviamente sono esclusi) quanto merchandising in Japanese style ricorra alla creatura felina imprimendola sulla più svariata tipologia di prodotti.

Ho visto portachiavi, magliette, borse, tazze, orecchini, porta-tabacchi e molto altro ancora a tema gattesco. Il mio libro, perciò, era assolutamente adeguato all'atmosfera.
Benché di giapponese, obiettivamente, abbia sì lo spirito, ma non le origini.

Chi lo ha comprato (o lo comprerà) si accorgerà che nella bibliografia finale ho citato il fondamentale Io sono un gatto di Natsume Soseki che mi ha dato vari spunti per l'impostazione generale e per le frasi che ho scritto in aggiunta alle foto.

Importante lettura è stata anche Lo Zen del gatto di Ludovica Scarpa, che però è italiana come me (anche se dotata, fortuna sua, di uno spirito internazionale assai maggiore).
Soprattutto molto importante è il mio sostrato di amante dei cartoni animati di Myazaki e in generale dei fumetti che ha determinato la stessa struttura del piccolo omaggio ai miei quattrozampe e a quelli che avete già incrociato o che spero presto incrocerete nel vostro cammino (mi autocito, e vabbè).

Ho potuto spiegarlo a più di una persona che mi è venuta a trovare ed è sempre un grande privilegio avere occasioni del genere. Ho intrecciato brevi e curiose conversazioni e so che, un pochino, ho lasciato la mia impronta.
Grazie, dunque, a tutti.

In particolare voglio ringraziare Stefan Pollak, il mio cognato italo-tedesco, che mi ha prestato il prototipo di una struttura in bambù per allestire in un modo decisamente originale (oltre che vagamente sol-levantino) il mio banchetto. Grazie anche per avermi fornito di quest'ultimo e per avermi aiutato a trasportarlo, montarlo e rivestirlo con una carta dello stesso (incredibile!) punto di rosso della copertina di Che gatti. Grazie anche agli amici sanlorenzini suoi e di mia sorella per lo spirito comunitario che hanno messo pure a mia disposizione.

Grazie, poi, alle mie vicine di destra di mercatino, ossia Beatrice ed Elisa che mi hanno prestato la lampada e mi hanno raccontato un po' di loro stesse (siete due ragazze molto in gamba: ve la caverete).

Grazie a Tiziano e al suo amico di banco, sulla mia destra, per la vostra stravagante simpatia e per l'essenziale ruolo di baby sitter.
Grazie a Kayo per la perfetta organizzazione del Mercatino e ai ragazzi da cui ho comprato ben due portachiavi a forma di gatto (crepi l'avarizia!) per l'ottimismo che sono riusciti a trasmettermi.

La prossima volta, chissà quando, tornerò solo nelle vesti di visitatrice, così avrò tempo per soffermarmi meglio su ogni singolo banco. Chi fa le cose con passione si vede. E lì era pieno di gente così.
Ad maiora a tutti (anche con il portafortuna che riproduco sotto. Anzi: chissà come si dice in lingua nipponica il mio motto preferito)!

 

 



 


martedì 6 maggio 2014

#Chegatti al Mercatino giapponese del Black Out a Roma: vi aspetto!

Da qualche giorno sto leggendo La storia infinita di Michael Ende. Sono arrivata al punto in cui, se ho capito bene, finisce il film che ne hanno tratto nel 1984.
Ricordo di averlo visto, ai tempi, ma in maniera molto vaga.
Cominciavo già a trasformarmi in un'adolescente e a quell'età, di solito, si diventa (fintamente) scettici verso le favole.

Capita di riscoprire il bambino che è in noi solo dopo che si è diventati genitori. O tutt'al più coinquilini di quattrozampe.
Senza neanche rendersene conto, infatti, chi si accosta alle piccole creature che a un certo punto entrano nelle nostre vite, finisce per passare molto tempo a osservarle.
La contemplazione è un'attività molto amata dai bambini, se ci pensate, ma più ci facciamo sommergere dagli impegni, meno la esercitiamo, diventando grandi.

L'ho scritto nel mio libro, del resto: soffermarsi su naso, zampe, sfumature della pelliccia e sugli occhi dei nostri mici (ma anche cani, canarini, tartarughe etc etc) esercita su noi umani un grande fascino ed è anche un ottimo anti-stress.
Certe volte ce ne scordiamo, pur amandoli tantissimo, ma la verità, in fondo semplice, di una constatazione del genere torna a imporsi con forza ogni volta che affrontiamo un periodo più duro.

Quante volte, voglio dire, dopo la più orrida e pesante delle giornate, vi sarà capitato di ritrovarvi seduti per terra a tirare la pallina al vostro animale, sentendovene immediatamente e naturalmente ristorati?
A me capita spesso, ultimamente. E mi succede anche un'altra cosa: li stringo con più forza a me, li accarezzo con attenzione, appoggiando la testa sui loro corpicini per sentirne il calore e le eventuali fusa.

Li sfrutto un po', forse, ma cercando di non farmene troppo accorgere.
Poi guardo Bice la grigia e capisco che anche lei fa lo stesso con noi, quando ci costringe a sederci e a tenerla in grembo per il massaggio quotidiano, e mi viene da ridere.

Prendete la foto che le ha scattato il Bipede Paolo che pubblico qui sotto:



Non sembra anche a voi che vi dica: "embè che vuoi?".
A mio modestissimo avviso, nello sguardo di questa micina indomabile c'è tutta l'essenza del felino. Di più: c'è la sua "bicità", che è qualcosa di ancora più specifico.

Tutti i gatti (e i cani, i canarini, le tartarughe etc etc) posseggono una loro unica personalità, quindi tranquilli: anche voi starete accumulando scatti e momenti topici in cui avrete riconosciuto la "fidità" del vostro Fido e la "fufità" del vostro Fufi.

L'unica differenza tra voi (almeno: alcuni di voi) e me è che io l'ho messo nero su bianco, con foto e parole, e, sì, sono orgogliosa di averlo fatto, perché più passa il tempo, più capisco quanto sia stato importante fissare l'inizio della indimenticabile amicizia tra noi poveri Bipedi e i nostri preziosi quattrozampe.

Anche Nino ha la sua "ninità", ovviamente, ma per scoprirla conviene che sfogliate il mio libro.
Sarò lietissima di mostrarlo, per dire, a chi verrà a visitare il Mercatino giapponese del Black Out a Roma, in via Casilina 713, domenica 11 maggio, a partire dalle 10.
Abbiate pazienza se doveste trovarmi stanca e se, soprattutto le prime ore, avrò pure io una faccia da "embè che vuoi?".

Se però mi parlerete dei vostri mici e mi mostrerete le loro foto, di sicuro mi aiuterete a sentirmi meglio.
Ci state?
Vi aspetto!

mercoledì 30 aprile 2014

#FERMOATTIVO, la rivincita del centro storico

Alla fine la pioggia è arrivata durante #FERMOATTIVO soltanto domenica pomeriggio (sto parlando dello scorso 27 aprile), ma è caduta così fine e soprattutto così dritta dal cielo che il mio manifesto è rimasto asciutto o quasi.
Grazie anzi al ragazzo che mi ha aiutato ad arrotolarlo e a legarlo come un'enorme pergamena: purtroppo non ricordo il suo nome, ma so che è uno che di solito si arrampica sugli alberi e non usa le scale (me l'ha detto mentre si arrampicava su quella gentilmente prestataci dalla pizzeria di piazzale Azzolino, stra-nota tra i fermani) e già solo per questo motivo mi ha fatto simpatia.

Grazie anche a Paolo Bazzani, l'artista che ha sottratto preziosi minuti all'allestimento del suo spazio per issare la mia foto gigante sulla serranda della ex merceria.
A proposito di quest'ultima, ricordo di averla frequentata in più di un'occasione per i miei rari (e maldestri) lavori di sartoria. C'era una bella atmosfera e chissà che un po' del calore che vi avevo avvertito non abbia portato fortuna alla composizione che ho pensato apposta per questa occasione.

In generale, chissà che i tanti negozi chiusi del centro storico e i troppi palazzi semi deserti non abbiano voluto proteggere protagonisti e visitatori della prima edizione della riuscita kermesse proprio perché grati di aver riportato un po' di vita nelle loro metaforiche vene.

Da parte mia, saluto tutti i partecipanti di #FERMOATTIVO con queste parole e con il breve video che troverete sotto:




Auguriamoci di conservare il più a lungo possibile il piacevole ricordo di queste giornate: che possa durare fino alla prossima occasione d'incontro.
Un giorno non troppo lontano...

venerdì 25 aprile 2014

#FERMOATTIVO, inizio con il botto... anche per me!

#FERMOATTIVO, la manifestazione collettiva primaverile degli artisti locali, è partita con il botto.
Bel tempo, molta gente, una vera e propria liberazione, insomma.
Sono stata felicissima di rivedere, per puro caso, due persone cui sono molto legata e, incredibile caso, di incontrare mio cugino e la sua fidanzata in un bar in cui ho passato diversi momenti importanti durante questi anni marchigiani.

Oltretutto, la stampa del mio manifesto (una composizione fotografica di tre diverse immagini) è venuta molto bene. Quindi, sì, sono soddisfatta.
E adesso può anche piovere e marcire tutto!

Le probabilità che accada davvero, ahimè, non sono poche: oggi è il primo giorno caldo dopo un inizio di primavera molto promettente troppo presto smentito.
Se dovesse accadere, beh, pazienza. Troppi doni tutti insieme mi farebbero male, visti i tempi.

E insomma: vi lascio con la foto della tripla foto (che non è mai una buona idea, come mi ha insegnato la mia amica grafica Maria Loreta. Ma io sono testarda, si sa) e con il testo, estratto e rielaborato da un post che ho scritto per Madamatap qualche giorno fa, senza il quale la gigantografia non avrebbe molto senso (almeno secondo me. Poi, naturalmente, chi l'ha vista dal vivo potrebbe anche avere un'altra opinione):



E questo è il testo che l'accompagna:


La città ideale

Sogno il giorno in cui i miei nipoti, ormai adulti, torneranno per caso a Fermo dalla Germania, o da chissà quale altro affascinante paese, e si ricorderanno di quando, nelle loro splendide estati di bambini, vi avevano venduto i giochi da bebè, felici dei guadagni realizzati e della festosa atmosfera che li circondava.

Passeranno di qui in una pungente giornata invernale, una delle tante che raffredda non poco anche questa città del centro Italia, ma la riconosceranno ugualmente perché la troveranno piena di gente, che passeggia circondata dal verde, occhieggiando negozi colorati ed eleganti.

Il mio è un sogno di giovinezza, fuggevole, lo so, come quella vera.

Però è l’unico sperabile, per quelli per che a Fermo verranno a vivere.

Un giorno lontano.


Se il meteo ci farà la grazia e se vi va di venire a Fermo, vi aspettano, oltre al mio cartaceo (e volatile) manifesto, un sacco di artisti ospitati in vari cortili (alcuni davvero bellissimi) del centro storico.
Ne vale davvero la pena, ve l'assicuro, anche solo per il piacere di andarsene alla scoperta di luoghi mai visti.

Che altro dire?
Fatelo voi al posto mio!
Io lo dico mentalmente, sottovoce.
Ma si può fare?
Chissà...

lunedì 14 aprile 2014

Il segreto del tempo e le coincidenze: grazie, vita!

Il segreto del tempo è anche ritrovarsi con Maria Loreta Pagnani a Senigallia, giusto a metà pomeriggio di un venerdì qualunque.
A dirla tutta, non si trattava di un normale ultimo (teorico) giorno lavorativo della settimana. Di venerdì del genere ne restano infatti solo tre, pari al numero di quelli che ci separano dalla chiusura della nostra mostra fotografica, ospitata fino al 2 maggio prossimo dal caffè Via Granda, in via Pisacane (numero civico 45).

Di coincidenze è piena la vita (non posso dilungarmi troppo, per dire, sul nome della strada in cui è collocato l'accogliente bar senigalliese...), ma vi assicuro che rivedere le mie foto (e naturalmente quelle di Maria Loreta) in un posto in cui avevamo pranzato e parlato di piani per il futuro proprio con la bravissima grafica di Arcevia e il mio bipede marito mi ha fatto un certo effetto.

Sembra quasi che lo spirito di quella bella giornata se ne fosse rimasto ad aleggiare nelle sale del caffè in cui oggi sono esposte le nostre venti scatole "d'autore", in attesa del giorno in cui ci saremmo ritrovati tutte e tre davanti al bancone, a bere il bicchiere che ci ha gentilmente offerto il titolare Attilio.

Che cos'altro posso aggiungere?
Forse solo un grazie dal profondo più profondo del mio cuore al medesimo Attilio, a Maria Loreta e al Bipede, per un sacco di cose.
Il segreto del tempo è anche sapere esprimere i propri sentimenti e sentirsi felice per esserci, su questa terra, nonostante tutto.

Eccovi qualche scatto volante (ma dal vivo è tutta un'altra cosa... andate a vederla, forza!):










Volendo, il bar è aperto già all'alba: se abitassi più vicina, mi piacerebbe assai prendermi un cappuccino nel silenzio della città che si sveglia. Anche le mie foto risulterebbero più belle (sulla bellezza di quelle di Mrs Pagnani non si discute), ne sono convinta ;-)
E voi?

giovedì 10 aprile 2014

Il segreto del tempo? Nutrire sempre un po' d'ansia!

Non ho ancora avuto l'occasione di tornare a Senigallia, quindi non so dirvi che effetto faccia la terza tappa de Il segreto del tempo, il racconto fotografico a due voci (o a quattro mani!) realizzato insieme da Maria Loreta Pagnani e la sottoscritta, fino al prossimo 2 maggio esposto alla Via Granda Caffè, in via Pisacane 45.

So soltanto che l'inaugurazione, lo scorso 5 aprile, è andata bene: ho visto le foto sulla pagina Facebook che la mia bravissima amica ha creato ad hoc per l'evento e soprattutto ho sentito l'entusiasmo nella sua voce, quando l'ho chiamata per sapere com'era andata.

Da quaggiù, ossia dalle Marche basse, aggiungo ancora il mio grazie, regalandovi questo scatto (anzi: questi scatti...) che ho appena scaricato sul pc:



Che roba è, vi starete (forse) chiedendo.
Una prova di sovrapposizione immagini... una delle tecniche che ho sperimentato all'alba delle mie prime fotografie, anni e anni fa!

A me piace, al netto delle pulci che potrebbero farmi i fotografi veri.
In ogni caso, il doppio clic mi ha ridato lo stimolo per la prossima avventura, come sempre giocosa, nella quale sto per cimentarmi.

Parlo di #FERMOATTIVO...
Sono già in ritardissimo, ovviamente, ma farò in tempo.
Il segreto del tempo è anche avere un po' d'ansia... una condizione che non mi manca mai.
E a voi?

Ad maiora, amici, e buon aprile.

sabato 29 marzo 2014

C'è chi rosica... e chi risica con Il segreto del tempo!

Ieri ho visto una pianta d'aloe uguale a quella di mia madre fiorita allo stesso modo. Però quella materna (e non lo dico per parzialità genetica) è più bella, più grande e più forte.

Comincio così questo post per illustrarvi ancora una volta qual è il segreto del tempo, almeno secondo me.
Il destino, in sé, non è né amico né avverso: siamo sempre e solo noi a proiettarci sopra la nostra visione del mondo.

Certo, a volte si rosica (eccome), ma che ci si può fare?
Ve lo dico io.

Intanto che ci pensate, partecipate all'inaugurazione della terza tappa del "racconto a due voci" di Maria Loreta Pagnani e la sottroscritta, a Senigallia. Quando? Il prossimo 5 aprile, Dove? Alla Via Granda Caffè, in via Pisacane, numero civico 45. A che ora? Alle 18.

E se proprio non potete venire all'inaugurazione, passate quando volete durante tutto il mese successivo: le nostre foto, e il testo intorno al quale si muovono, resteranno appese (immagino alle pareti!) fino al prossimo 2 maggio (adoro maggio: bel mese per chiudere una mostra).

E insomma.
Quel che avevo da dire l'ho detto.
Torno al presente, giurandovi di non fare ulteriori sterili riflessioni.
Fino alla fine. Che fine non è. Forse.



A.M. !

venerdì 14 marzo 2014

Due occasioni per giocare per la fotografia... insieme!

In questi giorni mi capita spesso di riflettere sul presente e sul futuro. Mi piacerebbe precisare che sto parlando dell'umanità in generale, ma, ahimè, non è così.
Difficile smetterla di guardare il proprio ombelico, ma d'altronde, ogni tanto, è proprio guardando dentro se stessi che ci si raccapezza di più.

Sapete che cosa ho capito una volta per tutte?
Che probabilmente non la sfangherò mai: come diceva Edoardo Bennato dubito che potrò mai far carriera (non solo nel Corsera, ma in generale), ma ho già pagato il mio prezzo per la cosiddetta rinuncia alla medesima, quindi basta.

E' un'altra, la cosa che ho capito.
Che cosa NON voglio fare. Chi NON voglio essere.

Tutto questa barbosa premessa per precisare che io NON sarò mai un'artista, ma mi piace così tanto partecipare agli eventi collettivi e/o lavorare con qualcun altro, come mi è successo con la bravissima Maria Loreta Pagnani, che nel mio immediato futuro mi aspettano ben due occasioni per giocare di nuovo con la fotografia.

Nel primo caso, sto parlando della mia adesione a #FERMOATTIVO, una manifestazione al debutto il mese prossimo, per la precisione dal 25 al 27 aprile.
A organizzarla, è di nuovo Bibi Iacopini, l'anima di INTANTO, con la fondamentale collaborazione della mite (e giustamente gattofila) Patrizia Di Ruscio, valente pittrice.

Dopo svariati mesi li ho rivisti entrambi, la scorsa settimana, mentre effettuavano il sopralluogo degli spazi in cui dovrebbe dislocarsi la mostra. Perché stavolta l'ambientazione (NON voglio usare location, una parola veramente brutta) non è l'ex mercato coperto di Fermo, bensì vie e cortili del centro storico della cittadina, così bisognose di animazione.

E io ci sto, ad animarle, nel mio piccolo e con i miei pochi mezzi.
D'altra parte, se non si fosse ancora compreso, la mia filosofia di vita (e forse d'arte... pensate un po'!) è tutta in quel testo scritto per Il segreto del tempo.

Venendo a quest'ultimo, non contenta, lo riproporrò a inizio aprile (ma che bello: torna l'ora legale!) a Senigallia. Per i dettagli vi dirò in seguito: posso solo anticiparvi che si tratterà di un'altra puntata del duo Pagnani/Cicalini, a mio modestissimo avviso assai forte, proprio per la nostra estrema vaghezza esistenziale. Giusto, cara ELP? Sono sicura che starai rispondendo (spero con uno smile sulla faccia): parla per te!

Insomma.
Si vive. E si prova a farlo al meglio delle nostre possibilità. Ed è un plurale maiestatis, già.

Vi lascio con uno scatto preparatorio per #FERMOATTIVO, da poco pubblicato su Instagram e Facebook (come i mitici creativi di #coglioneno).
Niente di che (che in inglese si dice not a big deal, l'ho scoperto ieri), ma ho deciso di lavorare sulla prospettiva:


Naturalmente non userò il cellulare, però vi assicuro che scattare con 'sti apparecchietti moderni dà tanta soddisfazione. Almeno, a me piace.
E così...
Continuate voi.

martedì 25 febbraio 2014

Gatti e bambini, che creature speciali!

Peccato non poter utilizzare le riprese che mi ha generosamente dedicato il Bipede Paolo durante la presentazione di Che gatti allo Spazio Ragazzi della Biblioteca Romolo Spezioli di Fermo, lo scorso 17 febbraio. Non potevamo filmare i bambini che mi hanno ascoltata, così il paziente (con me) compagno di vita si è tenuto stretto sulla mia faccia... Potrei, certo, trasformare le mie chiacchiere in mp3, ma non mi pare il caso di perderci troppo tempo.

Quel che avevo da dire, in fondo, l'ho detto già nel libro e negli scatti e qualche parola che continuo giorno per giorno a dedicare a Bice e Nino.
Sì: ai bambini ho rivelato anche i loro nomi, a differenza di quanto faccio in genere quando parlo con gli adulti, potenziali acquirenti che tento di blandire con qualche sciocco trucchetto da piazzista... Con loro, invece, volevo essere fino in fondo aperta e disponibile, un comportamento che dovremmo sempre adottare con personcine così speciali.

E ho fatto proprio bene. Guardate gli scatti sotto:





Si tratta di tre disegni realizzati dai piccoli ospiti del pomeriggio dedicato alla celebrazione dei nostri amici pelosi e miagolanti.

Sono rimasta più di qualche minuto ad aggirarmi tra i mini-tavoli dove i bambini lavoravano ai loro ritratti, soffermandomi a osservare con quale concentrazione li colorassero.

E' stata, per me, la parte più bella dell'incontro, sia perché ho potuto finalmente rilassarmi sia per la piacevolezza di essere stata finalmente a contatto con l'essenza stessa della vita.

Dal mio personalissimo punto di vista di non-madre, i bambini e gli animali sono quanto di più miracoloso ci sia al mondo.

Non mi resta perciò che ringraziare ancora una volta la Biblioteca di Fermo e in particolare la bravissima Raffaella Ramini, una forza della natura molto più felina di quanto lei stessa possa credere.

Soprattutto, grazie ai piccini, con e senza coda. Per quello che sanno darci, spesso senza pretendere se non giusto un po' d'amore. E di crocchette di alta gamma.


 
 

domenica 16 febbraio 2014

Io esperta di lingua "gattese"? Diciamo "upper intermediate"!

Il grande giorno della presentazione del mio libro per i bambini di Fermo e dintorni allo spazio ragazzi della biblioteca cittadina è ormai alle porte. E, come sempre, prima di un evento da me molto atteso, avverto dentro di me sentimenti contrastanti.
Diciamo meglio: sono un tantino agitata, ma anche contenta (elettrizzata, direi!) dell'opportunità che mi è stata data.

E però... le gentilissime bibliotecarie mi hanno presentata come un'esperta di lingua "gattese". Sarà che (forse) alcune di loro non conoscono bene il mondo felino, per cui una che addirittura ha realizzato un libro fotografico apparirà assai più scafata di quanto le medesime non si sentano, eppure devo confessarlo, almeno qui sul mio personalissimo spazio.

Anche se vado a scuola di "gattese" dai miei lontani (sigh) diciassette anni, non sono ancora riuscita a padroneggiarla davvero.
Metto le mani avanti, è evidente, ma lo faccio a buon diritto (giuro che non è colpa della strizza da incontro con il pubblico).

Chi ha avuto a che fare con più di un gatto lo sa: non ne esiste uno uguale a un altro.
E anche se sembra che facciano tutti più o meno le stesse cose (tipo leccarsi, dormire quattordici ore al giorno, fare le fusa - di tanto in tanto - sgraffignare qualche prelibatezza non conforme alla loro dieta, inseguire palline e/o altri oggetti, etc etc), vi posso assicurare che nessuno sarà mai identico a un altro. Simile, forse. Ma mai uguale.

In fondo, se ci pensate bene, succede lo stesso con le altre lingue che tentiamo di imparare. Lo posso dire doppiamente a buon diritto io che ho ripreso a studiare inglese da un anno a questa parte e mi sono ritrovata giusto da poco allo stesso livello che avevo raggiunto anni e anni fa: l'upper intermediate.

Sapete perché? Perché anche se le regole sono sempre quelle, la pronuncia, tutto sommato, pure, la lingua è una cosa viva, come i gatti, ossia cambia ogni giorno ed è impossibile coglierne l'essenza più vera se non ci si lascia andare a una rilassata e arrendevole osservazione.

Ed è esattamente questo il comportamento che bisogna adottare con i gatti.
Se avete l'ambizione di capirli, in altri termini, è inutile che vi sforziate. Prima o poi saranno loro a spiegarvi che cosa volevano dirvi.
Certo, un po' di grammatica è necessaria: cioè a dire, dovrete almeno tentare di distinguere i diversi tipi di miagolii.

C'è quello acuto pre-pappa, quello lagnoso pro-coccole e quello secco per-piacere-lasciami-in-pace.
Le modulazioni dei miao, in verità, non sono finite qua: se penso alla gatta nera, la regina Vicky di mia suocera, per dire, ne dovrei aggiungere molte altre.

Per non parlare, poi, del loro, diverso, diversissimo, modo di giocare.
Come ho scritto (e fotografato), prima del nostro maschio caffellatte non avevo mai visto un gatto che fa la zuppa con i suoi giochini per facilitarne lo smembramento.
Il nostro amatissimo Sancho, per dire, le inseguiva (e le perdeva: in questo tutti i gatti sono uguali) felicissimo, ma mai che me ne abbia riportata una. Lo fa invece, almeno ogni tanto, il nostro "Picciotto" (sui nomignoli che si danno accanto ai nomi ufficiali bisognerebbe aprire un capitolo a parte), ma non come uno scodinzolante cane da riporto, bensì come un campione di basket impegnato in un assist.

La grigia, invece, non sa proprio giocare e le poche volte che ci prova fa una tenerezza infinita: è nata in campagna, lei, sai che cosa gliene importa dei giochini artificiali.
Ma quando entra una mosca in casa, invece, fa dei salti e quegli urli di guerra molto diffusi tra i suoi simili che ci fanno sempre molto ridere.

Poi, però, neanche fosse Dottoressa Jekyll, dopo le più vivaci scorribande nelle vesti di Miss Hyde, finisce per piazzarcisi in grembo pretendendo di impastarci la pancia.
Il maschio mica lo fa?

Potrei andare avanti ancora per ore, ma non mi pare il caso.
Soprattutto, non potrò ammorbare troppo a lungo i piccolini che domani mi vedranno di persona: cercherò di essere il più sintetica possibile, perché, in fondo, quel che conta è dare loro i rudimenti di questa misteriosa e in qualche misura inafferrabile lingua.

Sono anzi sicura che i loro disegni conterranno più di un segreto che non sono riuscita ancora a cogliere.
E vedrete che impareranno il gattese molto più in fretta di quanto non abbia fatto io!

A proposito delle mie evidenti lacune, anzi, date un'occhiata alla foto sotto (scattata giusto oggi) e ditemi se non ho ragione a sentirmi un po' disorientata:


Chi sarà mai questa strana creatura con le orecchie a punta e il muso da faina?
Ogni tanto, lo ammetto, qualche dubbio ce l'ho.

A sciogliermene molti, per fortuna, interviene non di rado il Bipede Paolo, il fumatore di pipa che accoglie molto spesso la grigia sulle sue gambe, che sembra saperne una più dei baffi di entrambi i nostri mici.

E in definitiva, importa poi molto stabilire se sono davvero un'esperta di gattese?
Quel che conta è la sincerità con la quale sto cercando di trasmettere le mie lacunose conoscenze. Soprattutto il senso di benessere che sono in grado di procurare questi piccoli quattrozampe a chi li accoglie nella propria famiglia.

Spero che il messaggio arrivi forte e chiaro: e se proprio non potranno adottarne uno, almeno per il momento, mi auguro che imparino a rispettarli e ad amarli.
E un domani, chi lo sa...

giovedì 30 gennaio 2014

Ostra Vetere festeggia i giorni della Merla... con il "Segreto del tempo"!

C'erano una volta mamma merla e relativi pulcini candidi come la neve. Quei giorni di fine gennaio faceva un freddo talmente becco da costringerli a riparare in un comignolo. Inevitabilmente le piume lattescenti si macchiarono tutte di fuliggine... Per sempre. Lo dice la leggenda sui giorni della merla, ossia proprio quelli che stiamo vivendo adesso, attorno ai quali è nata, sedici anni fa, Montenovo in Festa, prevista da domani, 31 gennaio, al 2 febbraio prossimi, nel centro storico di Ostra Vetere, in provincia di Ancona.
La manifestazione è ricca di appuntamenti soprattutto di natura enogastronomica, ma anche... e qui arriva il bello, di una mostra fotografica speciale!

Sto parlando del Segreto del tempo, ebbene sì, la mostra realizzata in tandem da Maria Loreta Pagnani, che ad Ostra Vetere abita, e la sottoscritta, che domattina prenderà il treno per Senigallia, per aiutarla ad allestire... e per farsi mangiare i polpacci dal suo cane Charlie!

Se volete saperne di più, sulla festa e sulla nostra mostra, date un'occhiata al programma che riporto qui sotto (cliccateci sopra per ingrandirlo ulteriormente):


Giacché ci sono, naturalmente, porterò con me anche qualche copia di Che gatti: quindi, se ci fosse qualcuno interessato ad acquistarlo, fate un salto da noi (per capire dove siamo precisamente guardate bene la cartina), e magari portatemi anche un bel bicchiere di vino rosso!
Vi ricompenserò con uno sconticino! ;-)
Vi aspettiamo!
Dimenticavo, già: ad maiora!

lunedì 13 gennaio 2014

Un inizio anno... all'acquerello!

L'anno si è aperto in maniera gentile, con pochi botti metaforici.
Tra le scintille più piacevoli annovero innanzitutto la mia esperienza di acquarellista più che novellina avuta il penultimo giorno di Intanto 2013/14, la mostra collettiva di Fermo di cui sto diventando involontaria memoria storica.

Non potrò mai smettere di ringraziare gli organizzatori Patrizia Di Ruscio e Bibi Iacopini per l'opportunità che mi hanno dato: per una straniera dei luoghi e dell'arte in generale come me, conoscere tante persone di talento è davvero un enorme privilegio.
Da quest'anno, poi, la lista dei miei ringraziamenti si è ulteriormente allungata, grazie a Raffaele Ciccaleni, il maestro dell'acquerello che ho conosciuto (e ampiamente filmato) lo scorso anno, che mi ha conquistato per la sua bravura e simpatia.
C'è bisogno di gente così, lo dico molto sinceramente.

Questo post è dedicato a quelli che vogliono credere nel cambiamento e che lottano con tutte le forze e contro ogni ragionevolezza per ottenerlo.
Anche partendo male, con troppa acqua e troppo colore, come ho fatto io con il mio primissimo (e obiettivamente bruttino) acquerello.

Sotto, alcuni scatti (quasi tutte sono del Bipede Paolo: non quella sfocata dei pennelli, eh) della bella giornata e la galleria fotografica di commiato agli artisti di Intanto 2013/2014. Speriamo di rivederci ancora.
E in ogni caso, ad maiora.