domenica 24 novembre 2013

Mario Dondero, Tullio Pericoli in mostra a Fermo

Mario Dondero, Tullio Pericoli è la seconda delle tre mostre fotografico/letterarie/disegnate organizzate sotto lo spazioso ombrello del Premio Volponi edizione decima (la terza che non ho ancora visto inaugurava oggi ad Altidona, nella Galleria sotto l'Arco ed è dedicata ai fotografi marchigiani che hanno immortalato le passate nove edizioni del premio. Resterà aperta fino al prossimo 1° dicembre, tutti i giorni dalle 18 alle 21. Vedrò di andarci).

In questo caso, si è deciso di accostare i ritratti disegnati del grande maestro originario di Colli del Tronto (ma da anni residente a Milano) a quelli fotografati dell'immenso (so che l'aggettivo è abusato, ma non mi viene niente di più originale) fotoreporter genovese-milanese.

La mostra è stata allestita a Fermo, nella Sala degli Stemmi del Palazzo dei Ritratti (in piazza del Popolo) fino al prossimo 6 gennaio, dal martedì al venerdì, al mattino dalle 10.30 alle 13 e il pomeriggio, dalle 15.30 alle 18, mentre sabato e domenica l'orario resta lo stesso di mattina, mentre di pomeriggio si allunga di un'altra ora.  Il lunedì è chiuso tranne in quelli del periodo natalizio.

Sotto riporto qualche scatto rubato con il mio cellulare, compreso quello fatto a Mario e Laura (non me ne voglia quest'ultima, ma lo pubblico solo per affetto):






 









Ho scelto solo queste immagini (ma penso di averne scattate solo poche altre) per varie ragioni.
Nella prima si vede Paolo Volponi disegnato da Tullio Pericoli, autore anche della china che è stata scelta per il manifesto della decima edizione dell'omonimo premio letterario.
Proprio Pericoli chiude la mia imperfetta galleria, nel ritratto che gli ha dedicato Mario a inizio anni Settanta.
Per il resto, Pasolini a gogo, anche in un bellissimo ritratto fotografico. E poi Elsa Morante, vista da entrambi.
La luce in sala non è eccezionale, ma la mostra merita davvero.
Il resto sta a voi.
Io, forse, ci tornerò.

ITACA alla Mole Vanvitelliana: il viaggio continua

Luogo: Ancona, Mole Vanvitelliana.
Oggetto: ITAca-Storie d'Italia.
Chi: Matteo Fulimeni e Giovanni Marrozzini approdano con il loro viaggio di immagini e parole nello spazio espositivo del capoluogo regionale delle Marche, a due passi dal porto.
Perché: presentata l'anno scorso a Bibbiena (Ar) nel Centro italiano della fotografia d'autore, la mostra approda nella regione che ha dato i natali a entrambi i protagonisti in occasione del decimo premio Paolo Volponi dedicato alla letteratura e all'impegno civile.
Come e quando: la mostra resterà aperta fino al prossimo 26 gennaio e sarà visitabile dal giovedì alla domenica dalle 17 alle 20 (al mattino su prenotazione). L'ingresso non è libero (come pensavo), bensì a pagamento: cinque euro il biglietto intero, tre euro quello ridotto.

Le cinque doppie W della tradizione giornalistica (più l'how) sono state rispettate, ma prima di chiudere queste poche righe, permettetemi di aggiungere che l'allestimento è davvero eccezionale, favorito da un contesto architettonico altrettanto unico.
Grazie ai due traghettatori di emozioni e all'energia che circolava anche tra i molti visitatori accorsi da tutta Italia per l'inaugurazione.
Chiudo questo piccolo post con un dettaglio della foto-simbolo di Giovanni a Maria Antonietta Biagelli:




Il resto andate a vederlo di persona, non dimenticando di leggere TUTTI i pannelli con i brani scritti da Matteo, che non è solo bello (come ha sottolineato, forse con una punta d'invidia, Giovanni ieri), ma anche bravo. E molto.
Ad maiora.
Of course.

martedì 19 novembre 2013

Dedicato a Doris Lessing (e non solo a lei), speciale come i suoi amati gatti

Impossibile non conoscere Doris Lessing almeno di nome. Però devo essere sincera: prima di Gatti molto speciali non avevo ancora mai avuto la curiosità di aprire un suo libro. Ho intenzione di recuperare presto il tempo perduto, soprattutto perché finalmente adesso potrei leggerla direttamente in inglese. La quasi certezza di riuscire a comprenderla nella sua lingua ce l'ho, peraltro, solo da ieri, quando mi sono decisa ad aprire Hateship, friendship, courtship, loveship, marriage di Alice Munro, la magnifica scrittrice canadese da poco insignita dello stesso premio attribuito alla Lessing nel 2007.
Se ho rimandato fino ad ora la lettura delle opere di Doris, è forse perché, inconsciamente, mi pareva già di conoscerla. La scoperta mi ha colta solo oggi, per la precisione giusto qualche ora fa, quando ho pensato a qualche riga di omaggio a una delle importanti fonti letterarie del mio piccolo Che gatti.
Doris somiglia in maniera straordinaria a mia nonna, stessa età, stesso anno della morte.
Nel ricordo radiofonico di Laura Lilli, la giornalista de La Repubblica che l'ha conosciuta molti anni fa, la grande scrittrice nata in Iran e cresciuta in Zimbawe negli anni in cui la Gran Bretagna era ancora un impero, Doris appare stravagante e appuntita. E insieme molto libera. Doveva essere davvero un grande personaggio. Come mia nonna, che non ha studiato né, credo, abbia mai letto o scritto nulla nella sua vita, ma era dotata di una verve veramente straordinaria. Alcune sue battute mi rimarranno impresse per sempre nella memoria. Anche quelle rivolte a me, tra l'altro, non tutte accolte con la nonchalance che sto mostrando adesso. Di mia nonna ho anche varie foto, ma preferirei non mostrarle adesso.
Mi limito a ritrovarla nello sguardo vispo di Doris e in quel nasino un po' all'insù che conferisce anche a me un'aria non troppo mediterranea.
Pubblico, invece, uno scatto fatto con il mio cellulare, giusto per celebrare quel poco della sua produzione letteraria che conosco:

 

Le storie raccolte in questo libro, pubblicato in quella edizione negli anni Ottanta (appartiene a mia sorella: l'ho ripescato nella libreria di famiglia, piena di notevoli gioielli che meriterebbero di essere riaperti, prima o poi), parlano anche di gatti uccisi (interessantissimo l'approfondimento del Corriere.it  ) e di gatti non troppo felici. A conquistarmi è stato proprio il tono naturale, schietto e sincero dei suoi ricordi, come dovrebbe essere sempre quando si ama sul serio qualcuno o qualcosa.
E Doris ha amato molto i felini, senza farsene schiavizzare, senza snaturarli. Almeno non troppo.
Anche perché, da quel che ho capito, era così anti-convenzionale che non avrebbe mai accettato di diventare una testimonial animalista, nel senso più fanatico del termine.
E insomma, meno male che ti ho almeno incrociata.
Pian piano andrò alla scoperta del resto (e che resto) delle tue opere.
Dovunque tu sia ora, dovunque voi siate, tu e mia nonna, anzi, grazie.

lunedì 11 novembre 2013

PepeLab, #comedicosono e #Chegatti: una questione di karma!

Ci sono quelli che credono al karma e comincio a pensare che abbiano ragione.
Diversamente, non saprei spiegare come ci sono finita in lettera/101, il libricino celeste profilato di bianco stampato da Toni di Grigio, un'agenzia di comunicazione marchigiana, che ha dato vita al laboratorio creativo PepeLab, a sua volta organizzatore del workshop Professione creatività 2 (#PC2, in gergo twitteriano) al quale ho preso parte lo scorso giovedì ad Ancona.
Sembra uno scioglilingua malscritto, ma così stanno le cose, anzi la vita. Un cerchio nell'altro.
La mia gatta è grigia. Per la precisione ha tutti i "toni di grigio" illustrati dall'agenzia dispensatrice di tanta professionalità creativa. Di PepeLab, sottotitolo "sapore alle idee", sono venuta a sapere a Senigallia, durante il festival internazionale del Self Publishing (detto #ISPF2013, in gergo twitteriano/2). Il loro stand era a pochi banchi da quello di Elp design, la cui titolare, Maria Loreta Pagnani, ormai è noto, è la grafica del mio libro, da quest'ultima trasformato in #chegatti (e tre!).
E insomma, ho partecipato al giochino #comedicosono proposto dai pepati marchigiani con la frase, che bisognava scrivere obbligatoriamente a macchina, e il disegnuccio che riporto sotto in fotografia.
Mancavano le chele di cui parlo nella frase, ma credo che non avrei vinto comunque: i due prescelti hanno dato prova di una maggiore creatività, bisogna dirlo per amore di fair play.
I pepati, però, furbamente, mi hanno mandato l'invito ai workshop e al pomeriggio con i blogger "di successo" e devo ammettere che hanno fatto proprio bene.
A che cerchio sto adesso? E chi lo sa.
Intanto beccatevi la foto appena appena costruita:


La frase non si legge?
Ve la riscrivo. Ehm... "vi guido e vi proteggo felinamente, ma occhio alle chele".
Manca giusto la chiosa finale.
Silvia Seracini, l'organizzatrice di Storie da Biblioteca, il concorso di scrittura e fotografia da me molto amato, ha giustamente notato che la mia frase è stata la 101esima, lo stesso numero reso tanto famoso dal cartoon Disney incentrato sui dalmata... dai gatti ai cani, insomma!
E poi non venitemi a dire che il karma non c'entra.